Andiamo a Vivere in Albania

La comunità omosessuale italiana andrà a vivere tra qualche mese in Albania. Un altro Paese europeo sta dimostrando all’Italia cosa significa crescere in termini di diritti civili e sociali.

Intervenendo in parlamento, infatti il primo ministro Sali Berisha ha definito "inaccettabile" la discriminazione dei gay, spiegando che con l'adozione di una legge in materia l'Albania si avvicinerebbe all'Europa. Il governo albanese inoltre, secondo quanto riferito dal gabinetto di Berisha, sta pensando alla legalizzazione dei matrimoni tra omosessuali.

Solo in Italia la politica, sia di destra che di sinistra, non è capace neppure di discutere dei diritti delle persone omosessuali ed ormai siamo l’ultimo paese europeo in cui le famiglie omosessuali non hanno alcun riconoscimento.

Vorrà dire che nei prossimi mesi, in segno di questa tangibile svolta culturale e sociale, organizzeremo dei barconi per attraversare l’Adriatico e andare a costruire le nostre relazioni nel paese balcanico.

Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay

http://www.arcigay.it/andiamo-vivere-albania

I figli degli omosessuali non diventano per forza omosessuali

Un video contro il pregiudizio prodotto dall'ILGA - Internationale Gay and Lesbian association. I figli degli omosessuali non diventano per forza omosessuali.La scena ripropone al contrario quello che succede in una comune famiglia, quando una figlia lesbica o un figlio gay si dichiara.

GERMANIA. "I FIGLI DEI GAY SONO FELICI"

La ministra socialdemocratica apre il dibattito sulle adozioni omosessuali. La Baviera frena: “Ci vogliono papà e mamma"

BERLINO - Un bambino che cresce in una coppia omosessuale può avere difficoltà nello sviluppo della propria personalità in quanto risente della mancanza di una classica figura di riferimento come il padre o la madre, recita una convinzione piuttosto diffusa. Che succede però se uno studio scientifico dimostra esattamente il contrario? E cioè che lo sviluppo di un ragazzino con due padri o due madri non si differenzia in modo sostanziale dallo sviluppo di un coetaneo cresciuto in una famiglia eterosessuale?
Se lo sta domandando in questi giorni la Germania, confrontata con i risultati di uno studio dell’Istituto di ricerca sulla famiglia dell’università di Bamberga commissionato dal ministero della Giustizia tedesco ed appena presentato. La conclusione centrale dell’indagine: «I bambini in una famiglia omosessuale hanno uno sviluppo altrettanto positivo di quelli che crescono all’interno di altre forme familiari». Detto altrimenti: «Per lo sviluppo dei bambini non è decisiva la struttura della famiglia, bensì la qualità dei rapporti all’interno della famiglia».
Parole che rompono con pregiudizi radicati e che hanno innescato un acceso dibattito politico. Perché da quelle parole il ministro federale della Giustizia, la socialdemocratica Brigitte Zypries, ha tratto una richiesta precisa: occorre introdurre un diritto d’adozione pieno per le coppie omosessuali. Finora, infatti, una legge approvata nel 2001 assegna alle coppie legate in un’unione civile un diritto d’adozione soltanto parziale: una lesbica può per esempio adottare il bambino che la propria partner ha avuto da una precedente relazione con un uomo.
In ogni caso la legge vieta l’adozione congiunta di un bambino da parte di entrambi i conviventi omosessuali. Un divieto che ora Zypries intende abolire. «Le coppie omosessuali non sono dei genitori peggiori» di altri, visto che «l’importante è il buon rapporto tra figlio e genitori, non l’orientamento sessuale di questi ultimi». Lo studio sembra confermare questa convinzione: il team della dottoressa Marina Rupp ha scoperto che lo sviluppo della personalità e l’andamento scolastico e lavorativo dei ragazzi cresciuti all’interno delle cosiddette «famiglie arcobaleno» (dalla bandiera multicolore simbolo del movimento omosessuale) risultano positivi.
I bambini non mostrano una tendenza all’aggressività o alla depressione maggiore rispetto alla media e nella maggioranza dei casi (il 63%) non hanno sperimentato forme di discriminazione. Insomma «non c’è alcun motivo per non consentire l’adozione congiunta» da parte delle coppie omosessuali e la Germania dovrebbe applicare un accordo europeo in materia, conclude lo studio. A rafforzare la tesi c’è l’ampiezza della ricerca: sui circa 2200 bambini che in Germania crescono all’interno di una «convivenza registrata» il team della Rupp ne ha intervistati 95 direttamente e 693 indirettamente (cioè parlando coi rispettivi «genitori»).
Certo, con la legislatura ormai agli sgoccioli (il 27 settembre si vota), la proposta della Zypries di rafforzare i diritti delle coppie omosessuali non ha di fatto alcuna chance di passare. Eppure la sua iniziativa ha fatto rumore, provocando l’immediato no della Cdu, il partito cristiano-democratico del cancelliere Angela Merkel, alleato dei socialdemocratici nella Grande Coalizione. «Restiamo convinti del fatto che i bambini crescano al meglio là dove c’è una relazione tra un uomo e una donna», ha tagliato corto il vicecapogruppo parlamentare della Cdu Wolfgang Bosbach. «Non c’è alcun motivo per equiparare le unioni tra lo stesso sesso al matrimonio tradizionale», ha rincarato.

Da GayNews

Famiglie, Coppie e Genitori LGBTQI Verona

Famiglie LGBTQ è il Blog di tutte le famiglie, le coppie e i genitori LGBTQI di Verona. Il nostro scopo è il pieno riconoscimento dei diritti per le nostre famiglie e per le nostre unioni.
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